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Critica al Panpsichismo di Philip Goff.

Aggiornamento: 25 gen


Oggi desidero condividere con voi una riflessione sulla critica del reverendo Joshua Farris nei confronti del panpsichismo di Philip Goff. In un articolo, pubblicato il 18 giugno 2023, tocca temi cruciali riguardanti la natura fondamentale della realtà, sottolineando la mancanza di un elemento essenziale nella prospettiva di Goff: il soggetto.


Farris inizia affrontando il concetto chiave di esperienze qualitative irriducibili alla fisicità. Secondo lui, una volta accettata questa irriducibilità, si diventa logicamente vincolati alla soggettività stessa come sostanza fondamentale alla base della realtà, separata dalla fisicità ma in grado di renderne conto. Il reverendo utilizza il termine "naturalismo" in modo diverso rispetto a Goff, enfatizzando la necessità di distinguere tra le due accezioni.


La critica di Farris al panpsichismo di Goff si focalizza sull'assenza di soggetti delle qualità esperienziali proposte da Goff. Non basta, secondo lui, accettare le qualità come aspetti fondamentali di una realtà altrimenti fisica; è necessario introdurre dei soggetti che possano possedere queste qualità. Goff, sostiene Farris, non fornisce una risposta convincente a questa esigenza.


Il panorama storico del panpsichismo viene esplorato, con riferimenti a Bertrand Russell e Leibniz come precursori di questa prospettiva. Farris sottolinea che il panpsichismo ha guadagnato rilevanza storicamente in risposta alle difficoltà del naturalismo fisico nel rendere conto delle "qualia" o delle esperienze coscienti.


L'autore introduce il concetto di "panpsichismo naturalista", un tentativo di integrare le qualità nella struttura fondamentale della natura. Tuttavia, solleva dubbi sulla possibilità che le qualità possano esistere come particelle fisiche senza un substrato o una sostanza sotto di loro.


Il termine "naturalismo panpsichista" viene esaminato da Farris, definendolo come naturalismo con qualità, incorporando le "apparenze soggettive" proposte da Nagel. Questa prospettiva, tuttavia, solleva la questione se le qualità possano esistere come particelle di base senza alcuna realtà aggiuntiva a sostegno.


L'autore critica l'idea di aggiungere semplicemente qualità al sistema, affermando che le qualità necessitano di una sostanza di cui possono essere attributi. In questo punto, Farris sostiene che i difensori del dualismo sostanziale hanno un vantaggio, poiché il panpsichismo naturalista di Goff non fornisce una spiegazione chiara su come le qualità possano esistere senza un soggetto che le possieda.


Farris esplora anche il panpsichismo teistico, che differisce dalla prospettiva di Goff, introducendo la teologia come base per le qualità esperienziali. Questo approccio, sostiene l'autore, fornisce una spiegazione più adeguata rispetto al panpsichismo naturalista di Goff, che sembra inclinare verso un qualche forma di dualismo sostanziale o idealismo.


In conclusione, Farris offre una critica approfondita e ben argomentata al panpsichismo di Goff, sollevando domande cruciali sulla mancanza di un soggetto nelle qualità esperienziali. La riflessione si estende anche al confronto con il panpsichismo teistico, suggerendo che la teologia possa offrire una spiegazione più robusta rispetto al tentativo di Goff di integrare le qualità nella struttura naturale del mondo.

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