Nel contesto della ricerca sulle sostanze psichedeliche e la loro relazione con l'attività cerebrale, si è verificato un importante cambiamento di paradigma. In passato, la concezione prevalente era che queste sostanze aumentassero l'attività cerebrale, creando un effetto di "illumina il cervello come un albero di Natale". Tuttavia, le moderne tecniche di neuroimaging hanno rivelato esattamente il contrario: le sostanze psichedeliche in realtà riducono significativamente l'attività in diverse regioni cerebrali, anziché stimolarla. Questo rappresenta una sfida diretta al fisicalismo, la prospettiva che l'esperienza sia il risultato dell'attività neuronale metabolica.
Di conseguenza, per controbattere questa contraddizione, i fisicalisti hanno proposto l'ipotesi del "cervello entropico". Questa ipotesi suggerisce che, sebbene l'attività cerebrale diminuisca globalmente sotto l'effetto delle sostanze psichedeliche, c'è un aumento relativo della casualità o dell'entropia nel cervello. In sostanza, anche se l'attività è meno sincronizzata e più caotica, ciò spiegherebbe la ricchezza soggettiva e l'intensità delle esperienze psichedeliche. Tuttavia, Bernardo Kastrup solleva delle critiche contro questa ipotesi, sostenendo che l'esperienza psichedelica non è simile al rumore televisivo statico e che l'ipotesi del "cervello entropico" non tiene conto di alcune importanti considerazioni.
Una delle principali critiche è la confusione tra due definizioni di "informazioni": quella di Shannon e quella colloquiale. La definizione di Shannon riguarda il livello di "sorpresa" in un messaggio o segnale, mentre quella colloquiale si riferisce alla quantità di contenuto semantico. L'ipotesi del "cervello entropico" si basa sulla definizione di Shannon, sostenendo che un aumento del rumore cerebrale comporti una maggiore quantità di informazioni. Tuttavia, questo non tiene conto del fatto che un segnale casuale e non compressibile può avere molte "Informazioni" di Shannon ma poche "informazioni" nel senso colloquiale, poiché non contiene nessun contenuto semantico significativo.
Inoltre, l'effettivo aumento del rumore cerebrale durante le esperienze psichedeliche è estremamente minimo, con una media di solo dello 0,005 su una scala da 0 a 100. Questo rende difficile credere che un tale aumento così insignificante possa contabilizzare l'immensità delle esperienze psichedeliche, che sono descritte come straordinariamente ricche e intense. Inoltre, l'ipotesi del "cervello entropico" non tiene conto delle correlazioni osservate tra modelli di attività cerebrale ed esperienza interna, né delle riduzioni dell'attività cerebrale osservate in alcuni casi di esperienze psichedeliche.
Infine, l'ipotesi del "cervello entropico" è criticata per la sua inadeguatezza empirica e logica. Si basa su un'interpretazione selettiva dei dati e non tiene conto delle molte osservazioni che contraddicono la sua premessa di base. Inoltre, lascia senza risposta la questione fondamentale di come un aumento così piccolo del rumore cerebrale possa contabilizzare l'esperienza soggettiva straordinariamente complessa e ricca delle esperienze psichedeliche. Alla luce di queste critiche, l'ipotesi del "cervello entropico" non offre una spiegazione soddisfacente per l'esperienza psichedelica e solleva dubbi sulla validità del fisicalismo come spiegazione della mente e dell'esperienza cosciente.
In breve:
Cambiamento di paradigma nella neuroscienza:
In passato si pensava che le sostanze psichedeliche stimolassero l'attività cerebrale.
Le moderne tecniche di neuroimaging hanno dimostrato che riducono significativamente l'attività in diverse aree cerebrali.
Questo contrasta con il fisicalismo, che sostiene che l'esperienza sia generata dall'attività neuronale metabolica.
Ipotesi del "cervello entropico":
Proposta dai fisicalisti per spiegare la ricchezza soggettiva dell'esperienza psichedelica.
Si basa sull'idea che un aumento del rumore cerebrale durante lo stato psichedelico contabilizzi l'immensità esperienziale.
Critiche all'ipotesi:
Confusione tra definizioni di informazioni: Si basa sulla confusione tra la definizione tecnica di informazioni di Shannon e la definizione colloquiale di informazioni.
Minimo aumento del rumore cerebrale: L'aumento osservato del rumore cerebrale durante lo stato psichedelico è minimo e non può spiegare l'immensità dell'esperienza psichedelica.
Incoerenza con le osservazioni empiriche: Non tiene conto delle correlazioni tra attività cerebrale ed esperienza interna, né delle riduzioni dell'attività osservate in alcuni casi di esperienze psichedeliche.
Inadeguatezza empirica e logica: È empiricamente inadeguata e illogica, lasciando il fisicalismo senza supporto come metafisica della mente.
Conclusioni:
L'ipotesi del "cervello entropico" non riesce a spiegare adeguatamente la natura dell'esperienza psichedelica e presenta numerose incongruenze empiriche e logiche. Ciò solleva dubbi sulla validità del fisicalismo come spiegazione della mente e dell'esperienza cosciente.
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